Afghanistan
La terra di Afghanah
“Sotto il regno di Salomone, quando Gerusalemme fu distrutta da Nabucodonosor che rese schiavo il popolo d’Israele, Afghanah – nipote di Saul – guidò la sua tribù con i suoi quaranta figli verso Oriente. Aghanah non aveva una precisa meta da raggiungere, sapeva soltanto – perché gli era stato indicato in sogno – di dover cercare e trovare una terra riparata da monti e ricca di valli solcate dalle acque. Per mesi e mesi Afghanah e la sua tribù attraversarono deserti, superarono valichi montuosi, finché tra mille insidie giunsero alle pendici di un altopiano ricco di pascoli e orzo. Fu allora che Afghanah riconobbe il luogo del sogno, fermò il cammino della sua gente e con essa vi si stabilì, fu lì che giunse alla sua fine. Quel territorio era parte delle montagne dell’Hindu Kush, in una valle al riparo e ricca di acque che da allora si chiamò terra di Afghanah” (dalla leggenda del popolo afghano, “Ben i-Israel: figlio d’Israele”, XV sec.).
Ospitalità in salsa musulmana
Grazie alla variegata conformazione geologica del suo territorio e al fatto che a causa della sua posizione geografica è sempre stato attraversato da eserciti, imperi e rotte commerciali, l’Afghanistan possiede una grande varietà di etnie, cucine, arti, lingue, tradizioni. L’essere un paese multietnico di cultura islamica è la base della famosa ospitalità delle sue genti: se venite invitati in una casa vi verrà riservato un rispetto che non ha pari. Anche se una famiglia affronta un pesante impegno economico per avere a pranzo uno straniero (che con ogni probabilità è incommensurabilmente ricco rispetto allo standard di vita locale), se l’ospite rifiuta l’invito o porta da mangiare arreca un’offesa.